March 22nd, 2024

Maestro Mariotti conducts Rossini's "Guillaume Tell" at Teatro alla Scala

«In ogni caso, questo è il Guillaume Tell di Michele Mariotti e, in assoluto, il migliore mai ascoltato alla Scala o altrove. Rispetto alla celebre edizione di Pesaro, l'impostazione della direzione è rimasta la stessa; la realizzazione, no: è molto meglio. La tensione narrativa e il perfetto equilibrio fra apollineo e dionisiaco sono uguali, ma lo scavo nei dettagli è più profondo, i contrasti più accesi, il lirismo ancora più trasfigurato (...), i recitativi miniati fino all'ultima sillaba e all'ultimo accordo orchestrale. L'Orchestra e il Coro immenso di Alberto Malazzi si coprono di gloria.»  
Il Foglio, Alberto Mattioli

«La concertazione di Michele Mariotti la traduce del pari magistralmente in suono facendola percepire come non era riuscito mai a nessuno.»
Il Giorno, ​Elvio Giudici

«Fortunatamente, sul piano musicale e vocale, questo Guillaume Tell scaligero ha ben altre frecce alla propria balestra per colpire nel segno, a partire dalla direzione di Michele Mariotti, che alla testa della magnifica orchestra scaligera e di un coro di levatura davvero maiuscola, istruito da Alberto Malazzi, ha costituito il maggior polo d’attrattiva della serata. Mariotti viene da subito acclamato dal pubblico dopo una Sinfonia addirittura miniata dalle prime battute nel descrivere i climi espressivi di natura ben caratterizzati dall’apporto degli strumenti. Ed è proprio grazie a questa direzione se si percepisce quale sia la reale importanza del Tell nella storia dell’opera, se si comprende, insomma, come i suoi grandi tableau, precursori di quello che passerà da Rossini a Meyerbeer per il trionfo del genere del grand-opéra sulle scene parigine, e la sua vocalità plasmata sui modelli francesi, rendano piena giustizia al genio del pesarese, rendendolo capace, prima del suo grande abbandono dalle scene, di aprire una nuova e grande stagione per il teatro musicale romantico francese. Altro merito di Mariotti, al di là della coerenza adamantina e della compattezza donata alle grandi scene d’assieme, è anche quello di individuare nel canto una tinta espressiva sempre ricercata, a tratti anche sfumata, accompagnando e sostenendo le voci con miracolosa ispirazione.»
Connessi all'opera, Alessandro Mormile

«Se il Tell è legato al Classicismo francese ed è un anticipo del Romanticismo la bellissima concertazione di Michele Mariotti, vero trionfatore della serata, non commette l’errore di interpretarlo come una tragédie-lirique né come un dramma pre-verdiano. Mantiene invece una inesausta tensione drammatica che rispetta e scolpisce la complessa e minuziosa architettura narrativa con tanti raffinati particolari armonici, più ancora che con una mera successione di ampi blocchi strumentali, senza contrasti esagerati né troppa concitazione, evitando l’eccesso di volume.»
Operaclick, Ugo Malasoma

«(...) Applausi a scena aperta al Maestro Mariotti dopo l'esecuzione della celeberrima ouverture del primo atto che comincia con il solo, malinconico del violoncello e culmina nella travolgente cavalcata.»
Giornale di Sicilia, Francesco Brancati

«[...] a fronte di un trionfo della parte musicale diretta da Michele Mariotti, dobbiamo constatare un fragoroso fiasco per quanto riguarda la regia firmata da Chiara Muti.»
Theblogartpost

«Il vero trionfo di questa serata va al direttore d'orchestra Michele Mariotti, diventato negli ultimi anni un vero riferimento nell'interpretazione della musica rossiniana.»
Olyrix, Vojin Jaglicic

«Michele Mariotti ha diretto il titolo in modo straordinario, dimostrando una profonda comprensione dello stile particolare di Guillaume Tell.»
Operaworld, Bernardo Gaitán

«Così le cinque ore del Guglielmo Tell, che pur mettono a dura prova la resistenza fisica dello spettatore scorrono, anche grazie al maestro Michele Mariotti e a una direzione impeccabile dell'orchestra.»
Mentinfuga, Gianfranco Falcone

«Mariotti alla guida dell'orchestra conferma la sua piena maturità»
Klp teatro

«Michele Mariotti (direzione) nello stato di grazia che lo caratterizza quando dirige – Rossini, e il Tell in particolare – ha condotto i complessi della Scala accarezzando i suoni, plasmando i fraseggi, seguendo i cantanti senza mai perdere d’occhio la visione d’insieme della partitura.»
Drammaturgia, Vincenzo Borghetti

«Ciò che rende memorabile questa produzione è innanzitutto la qualità della produzione musicale, dominata dalla folgorante regia di Michele Mariotti che già si era confrontato con la gigantesca opera di Gioachino Rossini a Pesaro nel 2013 con risultati discussi, e che qui è unanime. Raramente negli ultimi anni abbiamo sentito un pubblico alla Scala così entusiasta per un direttore d'orchestra, un entusiasmo del tutto giustificato per una regia che trasfigura l'opera...»
Wanderersite, Guy Cherqui

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