October 22nd, 2022

Alessandro Bonato: una bella conferma con Norma per il Circuito Lirico Lombardo

«È molto interessante il giovin direttore, Alessandro Bonato. Non so se abbia letto il recente saggio di Fabrizio Della Seta su Bellini; tuttavia, dirige Norma come se l’avesse fatto. Della Seta rivendica la grandezza di drammaturgo musicale di Vincenzillo che non era, o non era soltanto, il celestiale melodista che sappiamo ma, a suo modo, ed è un modo particolarissimo, usava la musica per fare teatro. Mi sembra che Bonato faccia lo stesso. Tempi rapidi, si è letto. È un’affermazione che significa nulla: non sono importanti i tempi staccati in sé, ma il rapporto che hanno fra di loro. Bonato è molto bravo a differenziarli, imprimendo una forte drammaticità (fatta di fraseggio incalzante, non di fracasso) a quelli mossi, vedi il coro «Guerra, guerra!» e risultando per contrasto ancora più lirico in quelli lenti, come in un «Casta diva» che sembra davvero una sospensione spaziotemporale, quel dialogo terra-luna il cui unico possibile paragone è Leopardi. Altro aspetto interessante, l’attenzione con la quale vengono differenziati, quindi caricati di significato, gli accordi che punteggiano i recitativi, di solito sbrigativamente buttati lì. Anche questo, appunto, è fare teatro musicale.»
La Stampa, Aleberto Mattioli 

«Ma il vero artefice del successo di questo ciclo di rappresentazioni è stato il giovane direttore Alessandro Bonato, preparato a reggere le fila di un discorso musicale assai complesso fatto di impeti musicali e passionali come di squarci di piena liricità facendo emergere anche la buona qualità dell’orchestra de I Pomeriggi Musicali. È stato capace di dosare i vari interventi orchestrali in relazione al palcoscenico. Se la sinfonia si presentava sostenuta ritmicamente (tra l’altro applausi alla conclusione con il direttore che si rivolge al pubblico in ringraziamento) lasciando andare fiati e percussioni ma sempre attento alla linearità di una lettura fluida, la sua attenzione era incentrata essenzialmente su quanto accadeva in scena, nel non coprire mai le voci anche con la musica più dirompente, attenuare o rallentare dove necessario, esaltare i momenti che esaltavano la scrittura belcantista belliniana, specie nei duetti e momenti d’assieme, a sfumare i finali. Di questa attenzione ne ha giovato anche il Coro di Operalombardia diretto da Massimo Fiocchi Malaspina che ha raccolto appalusi alla conclusione di «Guerra! Guerra!» (…). Al termine, il pubblico con il suo entusiasmo, ha contributo al successo di questa rappresentazione, un’esecuzione magistrale. Si è assistito ad una Norma che ha fatto registrare un trionfo, replicando quanto era avvenuto a Brescia.»
Sipario, Federica Fanizza

«Un kolossal arduo e mai sufficientemente esplorato che – grazie al felice binomio di Elena Barbalich e del giovane Alessandro Bonato, rispettivamente a firma di regia e di conduzione – diventa, in questa formula targata OperaLombardia, spettacolo al quadrato: teso, trepidante, magnifico. Merito di una buca felicissima animata dal giovane direttore veronese, sciamanico nel muovere con intelligenza, ispirazione, temperamento, i fili del racconto tenendo insieme, con straordinaria sicurezza per i suoi 27 anni, rigore e morbidezza, profondità ed incalzare narrativo. Una lezione di teatro, di scavo introspettivo nelle ragioni della parola fatta canto, è il dialogo tra le due donne, nel secondo atto, con l’orchestra sferzata da Bonato mentre la confessione dell’amore tra la giovane ed il soldato romano fa precipitare il cielo nel cuore di Norma.»
La Voce di Mantova, Elide Bergamaschi

«Il ventisettenne Alessandro Bonato, alla guida dell’Orchestra I Pomeriggi Musicali, dà dell’elaborata partitura belliniana una lettura scattante e vibrante, senza un minimo calo di tensione, improntata a sonorità dense e corpose, soverchianti nelle percussioni, e dall’agogica perlopiù vorticosa. Si apprezza, altresì, il raffinato lavoro di cesello riscontrabile, per esempio, nell’attesa cavatina «Casta diva», dove il giovane maestro propende per tempi maggiormente dilatati e per un suono lunare di argentea bellezza, o nel duetto «Deh! con te, con te li prendi», di serica tenerezza. Una direzione, quella di Bonato, pregnante e giocata su forti contrasti, nella quale si giustappongono atmosfere barbariche e corrusche e altre pure e tonali.»
Connessi all'Opera, Stefano Balbiani 

«La direzione del Mº Alessandro Bonato si dimostrava intelligente, degna di un concertatore maturo, moderno nella sensibilità del trattare il repertorio del Belcanto, ma con il giusto sguardo sia alla tradizione (l’opera deve come tutte le forme d’arte essere coinvolta nel flusso di cambiamento della storia) che al senso teatrale del dramma, accompagnando con trasparenza strumentale i passaggi più intimi e giustamente accendendosi quando lo spirito bellico della partitura lo richiede.»
Opera, Lorenzo Quaglia

«Alessandro Bonato non è più un astro nascente, ma una stella luminosa ancorché giustamente in crescita – a ventisette anni non potrebbe che essere così – ed è protagonista di una prova direttoriale di assoluto livello. La lettura della giovane bacchetta veronese – che gesto denso ed essenziale! – è improntata ad uno scavo che prescinde da ogni facile languore rifuggendo dal «commuovere» ad ogni costo. La sua narrazione si incardina su un cesello dinamico capace di porre in risalto la melodia belliniana senza mai renderla mielosa, al contrario infondendole un vigore che le si addice. Bonato asseconda così i sentimenti ma non se ne fa travolgere, uscendo indenne dall’oceano di arpeggi dell’ «Sola furtiva al tempio», per fare un esempio, trovando un equilibrio esemplare e meditatissimo.»
Le Salon Musical, Alessandro Cammarano

«Incisiva e di carattere la direzione di Alessandro Bonato che con il suo gesto deciso ed espressivo offre fin dalla Sinfonia, in cui i toni bellicosi si stemperano in volute melodiche più distese mai però smorte o svigorite, una lettura in cui l’afflato lirico e quello drammatico ben si sposano all’interno di un giusto clima di grandiosità guerresca, così da meritare apprezzamenti ed applausi da parte del pubblico, non solo a fine spettacolo ma anche a scena aperta.»
Operaclick, Simone Madredini

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