Roberto Abbado dirige la "Madama Butterfly" al Teatro dell'Opera di Roma: grande successo!
Indubbiamente è merito anche del direttore, se la realizzazione musicale di un’opera complessa coma questa ha superato l’effetto destabilizzante che una protagonista con cui non si è provato un solo istante potrebbe avere su tutta l’esecuzione. Ma questo non è il principale merito di Roberto Abbado, che era al suo debutto nella Butterfly e ne ha offerto una bellissima interpretazione, molto consapevole e approfondita. Ha reso tutta la ricchezza e la varietà dell’orchestra di Puccini e ha colto perfettamente le tante brevi e delicate frasi che si devono incastrare perfettamente l’una nell’altra per formare grandi organismi musicali, che, pur essendo articolati in tanti episodi, non devono perdere la loro coerenza drammatica e trasformarsi in una serie di bozzetti. Nei momenti di espansione lirica o di forte drammaticità ha invece costruito scene di grande compattezza, che portano a un continuo crescendo di tensione, portato all’estremo nella scena del suicidio che conclude l’opera. Il Giornale della Musica, Mauro Mariani
La calidad de la vertiente musical le debe mucho a la dirección de Roberto Abbado, que guio con suma atención a cantantes y orquesta, recreándose en las breves frases que caracterizan a Butterfly y evitando que la acción se fragmentase en un inútil detallismo, creando una tensión creciente en las escenas más dramáticas y culminando con un suicidio digno de una tragedia griega. Un gran éxito para todos. Opera Actual, Mauro Mariani
Questa Butterfly costituisce anche il debutto nel titolo di Roberto Abbado. Direttore sensibile e versato nella tradizione belcantistica, Abbado legge con dinamica freschezza una partitura difficile, dall’orchestrazione robusta, mitteleuropea, ma con passaggi di delicato esotismo. Abbado riesce a gestire con gusto tempi, stacchi e dinamiche, lasciando cantare le voci, che devono comunque faticare a svettare su una trama sonora così fitta e composita; ciononostante, il direttore è in vigile comunicazione con il palcoscenico, leggendo le venature orientaleggianti, ora seducenti ora tragiche, con intensità e perizi L'Ape Musicale, Stefano Ceccarelli
Bello poi che un ispirato Roberto Abbado abbia recuperato lo stupendo Interludio notturno della versione originaria dell-opera pucciniana (...). Ottimi in ogni caso i tempi, i fraseggi, i colori, le articolazioni: dettagli che sottolineano la drammaticità di questo titolo cattivissimo eppure spesso presentato come cosa consolatoria. Corriere della Sera, Enrico Girardi