Jeremie Rhorer's great debut with the Orchestra dell' Accademia Nazionale di Santa Cecilia
A dirigere e suonare la musica di un cosi' stimolante programma sono chiamati due giovani interpreti, uno, anzi, giovanissimo, appena 25 anni, e il direttore, Jérémie Rhorer. l'accordo è perfetto, nel concetto di Tchaikovskij.(...) Nella sinofnia di Saint-Saëns Rhorer ha poi offerto un'altra prova della sua capacità di penetrare il senso di una partitura. Il Manifesto, Norma Rangeri
Rhorer ha una gestualità elegante,espressiva. l'agogica è ben scandita ed il ritmo di danza, dissonante e sinistra, prende l'intera orchestra che risponde con un suono sopraffino.(...) Si comprende subito che Rhorer è uno di quei direttore che ama la bellezza della purezza sonora, anche a scapito di un mano piu' ferma.(...) Il seconod tempo vede l'esecuzione della Terza di Saint-Saëns. Rhorer ne dà una lettura complessivamente ottima, esaltatndo gli elementi tersi, classici della scrittura, come le venaturaê piu' brunite, cosi' tipicamente tardo romantiche. L'ape musicale, Stefano Ceccarelli
Rhorer conducted Saint-Saëns' Symphony no. 3 in C minor, a magniloquent composition in the form of Viennese classicism, which the composer attempted to challenge by incorporating an organ and four-hand piano. The movements of this symphony are a thematic jubilation that never stops. Rhorer demonstrated his ability to manipulate and dissolve the themes with calculated mastery: his conducting was emphatic, though never excessive except in the final bars, where he allowed himself to go over the top, almost challenging Tchaikosvky in the previous concerto. It worked well: the closing movement was powerful and the audience appreciated it. Bachtrack, Alissa Balocco