Alessandro Bonato makes his debut at the Macerata Opera Festival with sold out performances of The Barber of Seville
«Anche il direttore Alessandro Bonato è un giovane interprete. Ha dalla sua la capacità di ottenere quel che desidera dalla Filarmonica Marchigiana: bei fraseggi, una certa raffinatezza, tempi meditati, suono morbido, mai nervoso.»
Il Corriere della Sera, Enrico Girardi
«Il giovane direttore Alessandro Bonato dichiara di volersi attenere il più possibile al dettato rossiniano e adotta così tempi generalmente meno scattanti di quelli a cui ci ha abituato una certa tradizione, eliminando anche alcuni accelerando non scritti in partitura. Il suo approccio è così nel segno di una pregevole gamma dinamica ma attraverso sonorità morbide, arrotondate e nondimeno capaci di un bel gioco di colori. La scelta di tempi più distesi facilita l’articolazione del canto, soprattutto nei passaggi sillabati, ma non sacrifica la vivacità ritmica e conferisce inedito rilievo alla tenera malinconia dei momenti più lirici. L’orchestra risponde con duttilità alle sollecitazioni del maestro, circonfusa da un’aura di leggerezza e luminosità molto rossiniana.»
Connessi all’opera, Fabio Larovere
«E se si dice palco, si deve però intendere anche buca e podio, ché se lo spettacolo funziona e infiamma lo Sferisterio anche in una serata dal clima decisamente freschetto è grazie al bel gioco di squadra fra tutti gli artisti e in primis fra la direzione teatrale di Menghini e quella musicale di Bonato. Questi arriva finalmente a concertare un’opera con la sua Filarmonica Marchigiana, l’orchestra di cui è direttore principale da due anni e con cui ha affrontato un vasto repertorio sinfonico. (…) Non c’è cimento migliore per saggiare la predisposizione e il potenziale teatrale del maestro veronese, che offre un’altra splendida prova di sé. Non solo gestisce gli spazi con una padronanza che non sempre si riscontra in colleghi di maggior esperienza, ma sta meravigliosamente al gioco scenico sia partecipando alle gag in prima persona, sia muovendosi in perfetta complicità con l’azione teatrale. Tutto senza sconti sul piano della qualità musicale e della finezza dei dettagli. (…) La cura del suono orchestrale non fa rimpiangere l’esecuzione al chiuso se non per il desiderio di sentire ancor meglio e più da vicino come la morbidezza della Form sappia farsi anche scattante (…) E, appunto giustamente, tutto non può che filare liscio, senza iato alcuno fra il ritmo teatrale e la resa musicale, un cast messo sempre a proprio perfetto agio, seguito e sollecitato come si conviene.»
L’ape musicale, Roberta Pedrotti
«Les oreilles aussi prennent beaucoup de plaisir. Le chef Alessandro Bonato dispense un geste de musicalité permanente, sépare les parties pour les cajoler, et les réunit encore plus soudées. Il rebat les cartes des appuis et ne se suffit pas de coordination instrumentale avec les extraordinaires musiciens de l'Orchestra Filarmonica Marchigiana. L’ouverture dessine une agitation baladeuse addictive, qui ne fera plus échapper l’attention ensuite. Plumes et roquettes constellent sa direction à l’image des rêves picturaux véhiculés par la télévision. Il constitue un patchwork époustouflant des différentes échelles que la musique de Rossini peut revêtir, comme le granité fondant des ensembles ou le staccato caustique. L’articulation juste s’intègre à ce tourbillon sensuel dont on ressort entièrement ragaillardi!»
Opera Online, Thibault Vicq
«Nominato direttore principale della Filarmonica Marchigiana nel gennaio 2021, Alessandro Bonato guida l’orchestra con mano sicura ottenendo un suono terso e limpido e regolando tempi e spessore alle esigenze del palcoscenico. Non per questo rinuncia però a ricercare finezze ancora più apprezzabili perché all’aperto, come dei rubati di bellissimo effetto nella sinfonia oltre che il perfetto gioco dei crescendo come marchio di fabbrica della musica del pesarese.»
OperaClick, Domenico Ciccone
«Il giovane maestro Alessandro Bonato ha diretto con brio e vigore una scrittura strumentale molto raffinata e complessa, certamente difficile da riportare all’aperto soprattutto in certi passaggi degli archi e dei fiati. Egli ha però espresso la convinzione che la musica deve arrivare a tutti e deve essere compresa dalla maggioranza senza abbassare la qualità dell’esecuzione. Bonato ha messo in scena in modo puntuale la partitura originale (…), perché ha dichiarato che bisogna «trattare la musica con buon gusto, di salvaguardarne la bellezza», nel pieno rispetto di partitura e libretto anche quando è un difficile compito rendere l’energia del canto sillabico (si veda la cavatina di Bartolo «A un dottor della mia sorte»), preservando l’intelligibilità del testo e il collegamento con le note. La direzione musicale ha pienamente rispettato la complessità e la personalità dei vari personaggi a cominciare da Figaro (…).»
Musicultura Online, Alberto Pellegrino
«Alessandro Bonato – che accetta la sfida di esordire in uno spazio all’aperto e con un titolo tanto «popolare» quanto impervio – si dimostra ancora una volta come uno dei più talentuosi tra i direttori under-30 rendendosi protagonista, insieme alla sua FORM-Orchestra Filarmonica Marchigianain bello spolvero, di una prova maiuscola. Bonato analizza la partitura fino a farla sua, rendendola poi vivida in una lettura capace di esaltare il minimo particolare, lavorando di cesello sulle agogiche, riflettendo su ogni spunto dinamico e su ciascun elemento melodico. Oltre a questo un lavoro meticoloso sui recitativi nei quali inserisce elementi «contemporanei» – il Nokia-tune è deliziosamente in tema – che risultano perfettamente in linea con l’idea dello spettacolo senza risultare «dissacranti».»
Le Salon Musical, Alessandro Cammarano
«Raffinata e mai scontata la lettura che Alessandro Bonato dà della partitura rossiniana. Il dettato è leggero, ma al contempo ricco di dinamiche (vedasi a questo proposito alcuni splendidi passaggi nella Sinfonia iniziale), il nitore di suono pregevole, i tempi piacevolmente distesi e sempre congeniali ad un buon rapporto con il palcoscenico.»
Teatro.it, Simone Manfredini